Suona il cel. nel momento più sbagliato della giornata, chi sarà mai?

"Uè Capitano, com'è?"

"Ciao Cili, volevo farti sapere che..."

Quante volte mi è successo, almeno un paio di volte al mese, che moltiplicate per 22 anni sono tantissime!

E si, perché è dal 94 che ti conosco, per essere più precisi dall'ottobre di quell'anno. Mi ricordo perché ti ho incontrato per la prima volta a Canelli, per l'alluvione in Piemonte.

Gianni ti ha telefonato e ti ha chiesto se c'era modo di poter dare una mano a quella povera gente (quante volte l'hai raccontato)... ... e da lì è incominciata la nostra avventura!

Quando ti penso mi viene da sorridere... e li incomincio a viaggiare!

Ripercorro il tempo e ti vedo come ti ho visto l'ultima volta, solo un pochettino più in forma, sporco di fango però! Ricordo che dormivi con un sacco a pelo su una brandina e che russavi. Ricordo di Sergio, di Pietro e di Pietro Pescetto, del centro Don Bosco e di Maen (quanto ne eri innamorato!); della tua casa quando siamo venuti a dormire io e Edie e quando, proprio dalla tua finestra di casa, abbiamo visto Pietro il Santo, attaccare sui muri delle case giù in strada, i manifesti della comunità di Saluzzo; della casa della vedova con Franco e Augusto di Roma; delle lodi con Cristoforo prima di andare a lavorare (ti piaceva la canzone "Benediciamo il Signore"); della consacrazione di Cristoforo e del pranzo da Loredana.

Dei ritiri; delle discussioni per non partire di notte; di quando dormivi con Sergio e Chiarina; di quando pregavi con gli occhi chiusi e con il sorriso; del peperoncino che non doveva mancare a tavola e della grappa (a proposito... uno degli ultimi messaggi che ti ho mandato è stato: "Capitano, porta la grappa che qui non ce n'è").

Del progetto della mia nuova casa; dei nostri matrimoni (sei venuto a tutti, dal più vicino, Vittorio, al più lontano, Danilo); delle cene a Torino e dei tuoi discorsi al fianco di Cristoforo. Delle telefonate che mi facevi quando passavi da Piacenza al ritorno da ogni viaggio a Medju aggiornandomi sull'avanzamento lavori.

Cavolo, quante cose mi vengono in mente e quanto mi stai già mancando! Adesso sto guardando la rosa che ho preso al cimitero e vedo che ormai è secca... ma io le metto ugualmente l'acqua!... perché nel mio cuore tu come la rosa non morirai mai!

E come un vero capitano anche nel giorno del tuo ultimo saluto sei riuscito a radunare tutti i tuoi compagni di avventura dai più vecchi ai più giovani, dai più lontani ai più vicini... e mi raccomando, continua a guidare la tua squadra da lassù con l'aiuto di mamma Maria.

Ciao amico mio!

Cili

Capitano, mio capitano