Fraternità Francescana
Madre della Riconciliazione e della Pace










Marina Nalesso, mezzobusto del Tg1, è stata oggetto di forti critiche sui social network per essere apparsa in Tv con una catena al collo raffigurante l'immagine di Gesù. Ma che male può fare quel volto che appartiene alla nostra cultura anche a chi non crede? I campioni del laicismo dimostrano ancora una volta di essere solo dei censori: altro che libertà.
Dopo essersi scagliati contro il crocifisso nelle scuole, i talebani del laicismo se la sono presa contro Marina Nalesso, giornalista e speaker del Tg1. La sua colpa? Aver indossato una collana con un crocifisso al collo. "La religione deve essere un fatto privato", ha scritto un internauta ripetendo la solita frase fatta. "Anche oggi al Tg1 l'arroganza di un rosario al collo della conduttrice. E' il Tg di una Tv pubblica e laica, non un Tg Vaticano", ha rincarato la dose su Twitter il radicale, ex consigliere Pd a Torino e sostenitore dell'Unione atei razionalisti Silvio Viale".

Si fa davvero fatica a capire dove stia l'arroganza di mostrare in pubblico un simbolo d'amore e di civiltà come il Cristo. Ma se vogliamo restare a un ambito strettamente legale, giova ricordare a questi laicisti che in realtà vogliono solo censurare le libertà altrui, la sentenza della Corte di Strasburgo del 2011 che a larghissima maggioranza assolse l'Italia dall'accusa di violazione dei diritti umani per l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche. Oppure il titolo del libro del grande filosofo laico Benedetto Croce Perché non possiamo non dirci cristiani o le parole perentorie della scrittrice ebrea Natalia Ginzburg:

«Non togliete quel crocifisso! C’è sempre stato. È il segno del dolore umano, della solitudine della morte, dell’ingiustizia. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro destino. Il crocifisso fa parte della storia del mondo».

Ma anche in rete, accanto ai messaggi polemici, ne sono arrivati anche tanti di solidarietà per Marina Nalesso, tra cui quello di Giorgia Meloni: "Ormai siamo all'assurdo. Il cristianesimo è parte della nostra cultura e della nostra storia di italiani e di europei, anche di chi è ateo o crede in un'altra religione".

Da parte sua la conduttrice veneziana al sito Fanpage ha spiegato che lo fa  "per fede e per dare una testimonianza", anche se non può dire altro perché "a noi giornalisti Rai non è permesso rilasciare interviste senza l'autorizzazione dell'azienda". Che comunque non pare intenzionata a prendere alcun provvedimento contro di lei. Ma come funziona negli altri Paesi europei? Come al solito, in ordine sparso. Se in Norvegia i giornalisti non possono esporre alcun segno religioso, alcuni anni fa in Inghilterra, contro una giornalista della Bbc contestata per aver indossato un crocifisso non venne preso alcun provvedimento. 

Ora non si può nemmeno indossare il crocifisso durante il TG
24 settembre 2016
di Eugenio Arcidiacono - Famiglia Cristiana.it
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