Abbiamo affidato la nostra vita, preghiera e missione a Maria, Madre di Gesù, e per questo, Madre della Riconciliazione e della Pace. Alla sua scuola materna vogliamo essere educati e plasmati fino a che Cristo sia formato in noi pienamente (cfr Gal 4,19), per essere uomini e donne di riconciliazione e di pace in un mondo ferito e lacerato dal peccato.
Abbiamo scelto quale icona rappresentativa l’immagine di Maria presso la croce di Gesù, perché in essa possiamo leggere il Piano della salvezza: l’opera di Riconciliazione di ogni uomo con Dio, se stesso, i fratelli, il creato, compiuta in Cristo Gesù nostra Pace. Maria quale singolare alleata di Dio, unita al Figlio, ha partecipato in modo speciale a tale Piano di salvezza (cfr Conc. Vaticano II, cost. dog. Lumen gentium, 57.61).
Il materiale in legno ed il colore marrone ci richiamano la dimensione
francescana, che ci caratterizza.
In alto,
nella croce, ci sono tre triangoli concentrici, segno del nostro Dio Uno e
Trino. Al centro, nel cuore della Trinità, l’uomo, vertice di tutta la
creazione, creato a immagine di Dio (cfr Gn 1,27), per vivere in comunione con Lui.
Ma l’uomo non si è fidato di Dio, ha voluto decidere da solo cosa fosse bene e
cosa fosse male per lui, ed ha rotto la sua amicizia con Dio, disobbedendogli (cfr
Gn 3).
Al centro è Gesù di Nazaret, Figlio di Dio (cfr Gv 1,34), Verbo incarnato (cfr Gv 1,1-14), fattosi obbediente al Padre fino alla morte e alla morte di croce (cfr Fil 2,8), per riconciliare con il Padre coloro che credono in Lui e osservano il suo vangelo di pace:
“Ora invece, in Cristo Gesù, voi
che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di
Cristo. Egli infatti è la nostra pace,
colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione
che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la
legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un
solo uomo nuovo, facendo la pace, e per
riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce,
distruggendo in se stesso l’inimicizia. Egli
è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro
che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri,
al Padre in un solo Spirito.
Così dunque voi non siete più
stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio,
edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come
pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben
ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli
altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito” (Ef 2,13-18).
Nella croce con Gesù è Maria, sua Madre, unita al sacrificio del Figlio
per volontà di Dio. Nella sua funzione materna, Ella coopera in modo unico
all’Opera di riconciliazione e di pace del Salvatore, in obbedienza e fede,
in speranza e carità ardente (cfr cost. dog. Lumen
gentium, 58.61), portando a compimento la figura della madre dei sette
fratelli Maccabei:
La madre era soprattutto ammirevole e degna di
gloriosa memoria, perché vedendo morire
sette figli in un sol giorno, sopportava
tutto serenamente per le speranze poste nel Signore. Esortava ciascuno di essi
nella lingua paterna, piena di nobili sentimenti e, sostenendo la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva
loro: «Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato lo spirito e
la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. Senza dubbio il creatore del mondo, che
ha plasmato alla origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di
nuovo lo spirito e la vita, come voi ora per le sue leggi non vi curate di
voi stessi» (2Mac 7,20-23).
S. Chiara, impronta della Madre di Dio (FF 3153), scrisse ad Ermentrude di Bruges:
“Ama con tutto il cuore Dio, e
Gesù, suo Figlio crocifisso per noi peccatori, e non cada mai dalla tua mente
il ricordo di Lui. Medita senza stancarti il mistero della croce e i dolori
della Madre ritta ai piedi della croce” (FF 2915).
In particolare: Maria raccoglie nel calice il sangue e l’acqua che sgorgano
dal costato trafitto di Gesù:
“Stavano presso la croce di
Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di
Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli
amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo:
«Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Dopo
questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per
adempiere
Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i
corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne
quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero
portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi
all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e
vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì
sangue e acqua” (Gv 19,25-34).
Il sangue e l’acqua vengono diversamente interpretati: segno della vita,
della purificazione e del sacrificio di espiazione; segno della Chiesa,
simboleggiata dai sacramenti del Battesimo (acqua) e dell’Eucaristia (sangue);
l’acqua è segno dei fiumi di Acqua viva, ossia del dono dello Spirito Santo
che Gesù aveva promesso (cfr Gv 7,37-39).
Maria emerge quale:
a) “Madre della Chiesa” che raccoglie i suoi figli rinati dal Battesimo (acqua) e nutriti dall’Eucaristia (sangue);
b) “Maestra della Chiesa” che rimane ritta, unita alla sofferenza del Figlio, in offerta per la salvezza dell’umanità;
c) “Modello della Chiesa” che raccoglie i sacramenti (Battesimo ed Eucaristia), per offrirli al Padre, in riparazione, ed agli uomini, come offerta di salvezza.
Il nostro desiderio di operare in comunione con il Signore affinché la
sua opera di riconciliazione e di pace raggiunga, oggi, i nostri fratelli
sofferenti, affaticati e oppressi dalle prove della vita, collaborando
con Maria, Madre della Riconciliazione e della Pace, trova un modello nel
Poverello di Assisi:
Infatti, San Francesco, araldo della pace:
“meditava continuamente le parole del Signore e non
perdeva mai di vista le sue opere. Ma soprattutto l’umiltà dell’Incarnazione e
la carità della Passione aveva impresse così profondamente nella sua memoria,
che difficilmente gli riusciva di pensare ad altro” (Celano, Vita prima, FF
467).
”Com’egli stesso ebbe a confidare, aveva appreso da
rivelazione divina questo saluto: «Il Signore ti dia pace!». All’inizio delle
sue prediche, offriva al popolo questo messaggio di pace […] L’uomo di Dio,
Francesco, animato dallo spirito dei profeti e seguendo il loro linguaggio […],
annunziava la pace e predicava la salvezza. Moltissimi, persuasi della sua
parola, si riconciliavano in sincera concordia, mentre prima erano vissuti
ostili a Cristo e lontani dalla salvezza” (Leggenda dei tre compagni, FF 1428).
Egli “circondava di indicibile amore
Fraternità Francescana
Madre della Riconciliazione e della Pace